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Ance: «Stop al Patto di stabilità»

di Alessandro Arona

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23 Ottobre 2008

Sospendere per l'anno 2008 l'applicazione del Patto di stabilità interna degli enti locali, per i soli pagamenti dovuti alle imprese per i lavori in corso. A lanciare la proposta è l'Ance, l'associazione dei costruttori edili. «Stiamo ricevendo – spiega il presidente Paolo Buzzetti – denunce sempre più frequenti da parte di imprese, che a fronte di lavori realizzati si vedono negare i pagamenti per via dei vincoli all'indebitamento imposti dal Patto di stabilità. È una situazione paradossale e inaccettabile».
«Non dimentichiamo – prosegue il presidente dell'Ance – che alla base dei lavori realizzati ci sono contratti regolarmente sottoscritti; le imprese vanno dunque pagate senza rinvii né ritardi. E se queste Amministrazioni hanno superato i limiti imposti dal Patto è impensabile che siano le imprese a pagarne il conto».
Il problema non è nuovo, ma il meccanismo di calcolo del Patto per il 2008, che impone di considerare anche i pagamenti in conto capitale, ha aggravato il quadro, con la conseguenza che gli enti locali si trovano nell'impossibilità di pagare i lavori eseguiti perché questo farebbe superare i limiti. Da qui la proposta dell'Ance di sospendere il Patto.
I ritardi nei pagamenti sono diffusi soprattutto nel Mezzogiorno, aggravati dalla spesa dei fondi europei 2000-2006, che stanno accelerando in vista della scadenza del 31 dicembre. Dall'inchiesta del settimanale «Edilizia e Territorio» (Il Sole 24 Ore) emerge ad esempio che il Comune di Napoli paga a 16 mesi, e anche la Regione Campania è costretta a rinviare di mesi le erogazioni. «La situazione è drammatica – denuncia il presidente dell'Ance Campania, Giovanni Cotroneo – non capitava così dall'epoca di Tangentopoli». Ritardi diffusi anche in Puglia, sempre nei Comuni, mentre grandi enti come Aqp (Acquedotto) e Aeroporti di Puglia sono puntuali. Tempi lunghi anche in Sicilia e in Sardegna, sempre da parte degli enti locali.
Anche al Centro e al Nord ci sono ritardi, ma più circostritti. Difficoltà in qualche piccolo Comune, ad esempio, in Piemonte, Lombardia e Liguria; solo con il Magistrato delle Acque in Veneto, con le Asl in Emilia Romagna (600 giorni!). Pesanti difficoltà in Umbria, per Comuni come Todi, Città di Castello, Spoleto.

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